Le pompe di calore rappresentano una tecnologia sempre più diffusa per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria, grazie alla loro efficienza energetica e al basso impatto ambientale. Tra le diverse tipologie, le pompe di calore che utilizzano il refrigerante R290 (propano) si distinguono per le loro caratteristiche peculiari, che presentano sia vantaggi che sfide. Questo articolo analizza nel dettaglio le normative che regolano l’installazione e l’utilizzo di queste pompe di calore, evidenziando sia i limiti che le opportunità offerte da questa tecnologia innovativa.
R290, un refrigerante ecologico infiammabile
Il propano (R290) è un refrigerante con un basso potenziale di riscaldamento globale (GWP), rendendolo un’alternativa ecologica ai refrigeranti tradizionali. Tuttavia, si tratta di un gas classificato A3, ossia altamente infiammabile. Questa caratteristica impone limiti stringenti nella progettazione, installazione e manutenzione degli impianti, richiedendo un approccio più cautelativo rispetto ai refrigeranti non infiammabili.
Un recente studio del Politecnico di Torino ha dimostrato che le pompe di calore R290 possono garantire un risparmio energetico fino al 20% rispetto alle tradizionali caldaie a condensazione, soprattutto in contesti di riqualificazione edilizia. Questo dato sottolinea il potenziale di questa tecnologia nel contribuire alla transizione energetica e alla riduzione delle emissioni di gas serra.
Normative e Sicurezza l’installazione
L’installazione di pompe di calore R290 è regolata da specifiche normative, tra cui la serie EN 378 e la EN IEC 60335-2-40:2023. Queste norme definiscono i requisiti per la progettazione, l’installazione e la manutenzione degli impianti, tenendo conto delle peculiarità del refrigerante infiammabile. La EN 378:3, in particolare, specifica i requisiti del sito di installazione, definendo le concentrazioni massime di refrigerante ammissibili e i dispositivi di protezione individuale da adottare.
La UNI EN 378 suddivide il sito di installazione in quattro ambiti (unità interna/esterna, locale di installazione, zona di rispetto/sicurezza), fornendo formule per calcolare la massima carica di refrigerante ammissibile in ciascun ambito. Questo approccio evidenzia l’importanza di una progettazione accurata, che tenga conto non solo della potenza termica dell’impianto, ma anche della quantità di refrigerante presente nel circuito.
La EN IEC 60335-2-40:2023, invece, prescrive alle aziende produttrici l’obbligo di indicare nel manuale di installazione le specifiche condizioni di installazione e i calcoli relativi, considerando anche aspetti come la presenza di aperture sui lati dell’unità esterna per garantire una corretta ventilazione.
Nonostante i limiti legati all’infiammabilità del propano, le pompe di calore R290 offrono notevoli opportunità in termini di efficienza energetica e riduzione delle emissioni. L’evoluzione normativa e lo sviluppo tecnologico stanno contribuendo a rendere sempre più sicura e affidabile l’installazione di questi impianti. La crescente consapevolezza ambientale e gli incentivi governativi per la riqualificazione energetica degli edifici stanno favorendo la diffusione di questa tecnologia, aprendo la strada a un futuro più sostenibile nel settore del riscaldamento.