I pannelli solari sui tetti potrebbero fornire il 65% dell’elettricità mondiale e ridurre il riscaldamento globale.
Uno studio pubblicato su Nature Climate Change ha rivelato che coprire i tetti del mondo con pannelli fotovoltaici potrebbe soddisfare fino al 65% del fabbisogno elettrico globale, riducendo drasticamente la dipendenza dai combustibili fossili. La ricerca, condotta dall’Università del Sussex, dimostra che questa soluzione non solo abbatterebbe le emissioni di CO₂, ma potrebbe anche limitare il riscaldamento globale di 0,05-0,13°C entro il 2050.
L’analisi, basata su modelli di data mining geospaziale e intelligenza artificiale, ha mappato 286.393 km² di tetti in tutto il mondo, un’area quasi pari all’estensione dell’Italia. Se sfruttati al massimo, questi spazi potrebbero generare 19.500 TWh di elettricità all’anno, sostituendo quasi completamente l’energia prodotta da carbone e gas.
I vantaggi del fotovoltaico urbano
L’installazione di pannelli solari sui tetti delle aree urbane e industriali offre numerosi vantaggi ambientali ed economici:
Riduzione del consumo di suolo: eviterebbe la costruzione di grandi parchi eolici e fotovoltaici a terra, preservando ecosistemi e terreni agricoli.
Minore impiego di materie prime: rispetto agli impianti a terra, i sistemi sui tetti richiedono meno infrastrutture.
Decarbonizzazione accelerata: combinando fotovoltaico, batterie di accumulo e gestione intelligente della rete, si potrebbe raggiungere l’indipendenza energetica.
Lo studio sottolinea che, con politiche adeguate e incentivi, il solare sui tetti potrebbe diventare la soluzione più sostenibile per la transizione energetica.
Asia in testa, ma l’Africa è il grande assente
Secondo i ricercatori, l’Asia orientale è la regione con il maggior potenziale per il fotovoltaico sui tetti, grazie all’alta densità di edifici e all’intensa radiazione solare. Nord America ed Europa, invece, potrebbero coprire un quarto della capacità globale, grazie al patrimonio edilizio esistente.
Tuttavia, l’Africa, nonostante l’enorme irraggiamento solare, rappresenta solo il 7% delle installazioni mondiali. Gli autori chiedono una collaborazione internazionale per colmare questo gap e sfruttare al meglio le risorse del continente.